DOPO 11 ANNI, LA CORSA ROSA TORNA NELLA TERRA DEL VINO SIMBOLO DELL’ECCELLENZA ITALIANA NEL MONDO
Montalcino – SI. Staffetta oggi Montalcino, con l’ultimo giorno di Benvenuto Brunello che passa il testimone al Giro d’Italia. Dopo 11 anni, torna infatti a sfrecciare tra le strade del piccolo e antico borgo medievale toscano la Corsa Rosa, che il 19 maggio farà tappa nelle terre del vino simbolo dell’eccellenza made in Italy nel mondo proprio con la Brunello Wine Stage.
“Archiviamo un Benvenuto Brunello in presenza all’insegna di numeri da record sia sul fronte del mercato che della tendenza green del nostro vigneto – commenta il presidente del Consorzio del vino Brunello di Montalcino, Fabrizio Bindocci -. Nei primi 4 mesi di quest’anno, i contrassegni delle due super annate 2015 e 2016 hanno registrato un balzo del 38% rispetto allo stesso periodo del 2020. In aumento anche la propensione green – prosegue il presidente del Consorzio – con 4 aziende su 10 certificate biologiche o in corso di conversione. Un dato, questo, che porta la vigna bio a Montalcino a quasi il 50% del totale. Ora, – conclude Bindocci – attendiamo la Brunello wine stage del Giro d’Italia, una tappa sostenuta dal Consorzio in un’ottica di marketing territoriale”.
Il Brunello è Montalcino e Montalcino è il Brunello e come scriveva Luigi Veronelli nel 1986 “vale il viaggio” e continua a valere la corsa, anche a pedali.
Vino dei record e brand globale – tutelato dall’omonimo Consorzio che è partner della tappa – il Brunello di Montalcino conta 10 milioni di bottiglie stappate in tutto il mondo ogni anno, con migliaia di referenze nelle liste dei migliori ristoranti da Singapore a New York, passando per Las Vegas fino a Toronto. Ma non solo. Il re dei vini toscani è stato infatti il primo vino tricolore di alta gamma ad essere esportato negli Stati Uniti negli anni Trenta per poi arrivare, nel 1960, a diventare la prima etichetta italiana servita durante un ricevimento tra capi di Stato, nei calici del presidente della Repubblica Giuseppe Saragat e della regina Elisabetta II.
Un vino dei primati, così come il suo territorio di provenienza. Proprio a Montalcino – primo caso in Italia – è nato quel fenomeno che oggi viene definito enoturismo, dove alla fine degli anni Quaranta una storica azienda produttrice ha aperto le sue porte al pubblico con visite guidate e degustazioni. E sempre nel piccolo comune toscano è stata fondata la prima enoteca pubblica del Belpaese per la vendita di vini e prodotti locali.
Il fascino del Brunello di Montalcino e della sua terra è stato fonte di ispirazione anche per poeti, giornalisti e scrittori, a partire da Mario Luzi che in una sua poesia mise in versi: “La strada tortuosa che da Siena conduce all’Orcia – traverso il mare mosso – di crete dilavate – che mettono di marzo una peluria verde – è una strada fuori del tempo, una strada aperta – e punta con le sue giravolte al cuore dell’enigma” per descrivere le strade che portano al cuore del Brunello fino a Mario Soldati che, riferendosi al Brunello, disse che: “Il vino non è soltanto un oggetto di consumo: in certi casi (…) può anche essere considerato come un’opera d’arte”.
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