Davanti 14mila entusiasti spettatori I FEI World Championships di Concorso Completo, ai Pratoni del Vivaro, si concludono con una grossa sorpresa. Michael Jung, in sella a fischerChipmunk FRH, avrebbe potuto permettersi anche un errore nella terza e ultima prova, quella di salto ostacoli, grazie a 4,4 punti negativi di vantaggio che aveva in classifica sulla britannica Yasmin Ingham dopo dressage e cross country.
E invece il tedesco ne ha commessi due sugli ultimi tre ostacoli: prima sul secondo elemento della gabbia, poi sulla tavola del “Colosseo”. In un niente, una decina di secondi, è passato da primo a quinto, chiudendo con 26,8 punti negativi e consegnando la medaglia d’oro alla Ingham, semplicemente perfetta anche nella gara conclusiva, in coppia con Banzai du Loir. La 25enne nata nell’Isola di Man si è imposta con 23,2 punti negativi. Con 26,0 l’argento è andato alla tedesca Julia Krajewski (Amande de B’Neville), olimpionica di Tokyo 2021. Bronzo per il neozelandese Tim Price (Falco), con 26,2.
Jung, campione mondiale individuale nel 2010, si è consolato conquistando l’oro a squadre con la Germania, il secondo per lui dopo quello del 2014.
Con lui e la Krajewski sono saliti sul gradino più alto del podio anche Christoph Wahler (Carjatan S) e Sandra Auffarth (Viamant du Matz). Con 95,2 punti negativi hanno confermato la leadership che si erano assicurati dopo dressage e cross country. Con 100,3 la medaglia d’argento è andata agli Stati Uniti, grazie a Wllliam Coleman (Off The Record), Tamra Smith (Mai Baum), Lauren Nicholson (Vermiculus) e Boyd Martin (Tsetserleg TSF).
Con 100,7, bronzo alla Nuova Zelanda, che oltre a Price schierava la moglie di quest’ultimo, Jonella (McClaren), Monica Spencer (Artist) e Clarke Johnstone (Mento Park). I “kiwi” hanno soffiato la medaglia alla Gran Bretagna per appena 0,2 punti negativi.
L’Italia ha recuperato due posizioni, concludendo però solo nona e quindi fuori dai primi sette posti che hanno assicurato la qualificazione olimpica per Parigi 2024 a Germania, Stati Uniti, Nuova Zelanda, Gran Bretagna, Irlanda, Svezia e Svizzera.
L’ITALIA MI PORTA FORTUNA
Oggi il Fei World Eventing Championship Pratoni 2022 ha incoronato una nuova campionessa. Quella che forse nessuno si aspettava e che invece fin dal primo giorno aveva richiamato l’attenzione. Yasmin Ingham, britannica di 25 anni, in campo a titolo individuale, aveva già firmato la miglior prova di dressage della giornata d’apertura (22,0) e nonostante il parterre des rois che si è avvicendato in rettangolo dopo di lei, alla fine della prima prova aveva conservato la terza posizione.
Al suo debutto mondiale da senior, Yasmin aveva dichiarato: «È la prima volta che sento Banzai du Loir davvero con me. Rispetto al passato, ora abbiamo più esperienza in rettangoli così ricchi di atmosfera. Abbiamo provato tecniche diverse di allenamento in campo prova. Chris Bartle (iconico trainer britannico) è stato di grandissimo aiuto. È un cavallo spettacolare ed è così speciale essere qui nel debutto in un mondiale da senior. È sempre stato un sogno e un obiettivo per me. Devo ringraziare tutto il mio staff che lavora dietro le quinte. C’è un esercito di grandi professionisti alle spalle di ogni cavaliere».
E il suo esercito, accompagnato dal folto gruppo dei supporter britannici, l’ha seguita insieme agli altri compagni di bandiera lungo tutto il cross. 5600 metri di incitamento, emozioni e sport.
Dopo aver chiuso una bellissima prova, le sue prime parole sono state per il suo Banzai du Loir.
«Il cavallo è stato fantastico. Ha lavorato benissimo e anche il terreno è stato eccellente. Sono felicissima di aver avuto Banzai sotto la mia sella in questa gara. Lui si sente a casa sulle colline. Dopo la prima acqua, ho perso qualcosa nella ricezione e forse proprio lì il cronometro ci ha punito».
1,2 le sue penalità totali, che ci portano direttamente alla magnifica favola di oggi. Già seconda in classifica provvisoria, Yasmin ha messo a segno un percorso impeccabile sul tracciato di Uliano Vezzani, condotto con grande freddezza e sicurezza. Un capolavoro che l’ha messa nella condizione di raccogliere il massimo dalla defaillance di Jung ed essere lì, in posizione ottimale per balzare sul primo gradino del podio.
L’amazzone britannica, in Italia aveva già trovato vittorie soddisfacenti. Nel 2013, ad Arezzo, in occasione del Campionato d’Europa Pony aveva conquistato l’oro a squadre e individuale. A nove anni di distanza questa volta torna a casa con niente di meno del titolo mondiale. «L’Italia mi porta fortuna. Questa settimana ho imparato tantissimo e di questo sono oltremodo felice» ha dichiarato, ma, dopo averla vista in sella chiunque capisce bene che la fortuna qui non c’entra.
LE DICHIARAZIONI DEGLI AZZURRI
Arianna Schivo (30ª con 47,7 su Quefira de l’Ormeau): «Una grande soddisfazione, essere stata la prima a ottenere un percorso netto nella prova di salto ostacoli: la gioia del pubblico, in piedi a applaudirmi, è stata pari alla mia. La cavalla ha chiuso il campionato in bellezza. È stata bravissima in tutte e tre le prove. Però ormai Quefira ha 18 anni: adesso va a riposo e con calma, a mente fredda, vedremo se sarà il caso di tenerla ancora in allenamento oppure no».
Giovanni Ugolotti (37º con 59,3 su Duke of Champions): «Mi dispiace per chiusura sfortunata, quattro errori non sono abituali per il mio cavallo, che è un buon saltatore. Probabilmente ha accusato la fatica del cross di ieri, su un percorso molto delicato. In ogni caso lo monto solo da un anno, avremo modo di puntare alla carta olimpica in futuro».
Evelina Bertoli (43ª con 64,2 su Fidjy des Melezes): «La prestazione finale nel salto ostacoli non è stata all’altezza, ma il giro era molto impegnativo, specie in relazione allo sforzo di ieri nel completo, e proponeva tante difficoltà. La cavalla era un po’ stanca e ho cercato di aiutarla. In ogni caso per questo Mondiale mi do una sufficienza più che abbondante».
Marco Cappai (46º con 66,5 su Uter): «C’è disappunto e rammarico per lo scarto di ieri nel cross-country che ha compromesso il risultato finale, ma anche la prova di oggi ha ribadito che gran cavallo sia Uter, è un onore e un privilegio starci sopra. È il cavallo che si incontra una volta nella vita, che mi dà emozioni ogni giorno. Oggi non era al 100%, ma in campo gara ha sentito gli applausi e ha tirato fuori anche quello che non aveva».
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