19 Settembre 2024

Una Camargue che parla italiano


Nel 1972, la “dream car” Citroën GS Camargue stupì l’Europa ai Saloni di Parigi e Londra: si trattava di una berlinetta sportiva a due posti, un progetto sviluppato con Bertone il cui stile era stato affidato a Marcello Gandini.
Questo prototipo segnò l’inizio di una collaborazione storica, culminata nella Citroën BX del 1982.
Oggi, la GS Camargue è esposta al museo Volandia e celebra decenni di eccellenza stilistica italiana al servizio di Citroën, da Bertoni a Bertone.

Torino – Per decenni, Citroën ha gelosamente custodito i segreti del proprio Centro Stile, puntando sull’effetto sorpresa per il lancio di ogni nuovo modello. Questa strategia, rigorosamente interna, ha subito una svolta nel 1972, quando Citroën ha collaborato per la prima volta con uno stilista esterno: la Carrozzeria Bertone, fondata nel 1912 da Giovanni Bertone e sviluppata dal figlio Nuccio, che aveva sede vicino a Torino e vantava il design di prestigiose automobili per moltissimi marchi di tutto il mondo. Questa collaborazione ha dato vita alla GS Camargue, una “dream car” basata sulla Citroën GS, una berlina media a quattro porte e cinque posti lanciata due anni prima e frutto del genio di Robert Opron, assistente del celebre Flaminio Bertoni.

Citroën GS in sintesi
La GS era una berlina media a quattro porte e cinque comodi posti, dotata di sospensioni idropneumatiche, quattro freni a disco ad alta pressione con limitatore automatico sul retrotreno in funzione del carico e della sua ripartizione, un preciso sterzo a cremagliera ed un comfort ed una tenuta di strada tipicamente Citroën. Uno dei punti forti della GS era la carrozzeria, disegnata per la prima volta con l’aiuto dei computer ed estremamente aerodinamica e filante. Rispetto alle vetture della concorrenza, GS era innovativa e moderna e seppe distinguersi per diversi elementi. Dal design moderno, disponeva di un grande vano bagagli, regolare e facilmente accessibile grazie alla soglia di carico variabile e già molto bassa (solo 42 cm da terra) e grazie al paraurti posteriore integrato nel portellone, che si solleva anch’esso all’apertura, per facilitare il carico. Offriva cinque comodissimi posti, cullati dalla morbidezza della sospensione idropneumatica. Lo sterzo, grazie all’adozione di una geometria specifica dell’asse di rotazione delle ruote anteriori, filtrava le irregolarità della strada per un grande comfort a bordo. L’abitabilità di GS era eccezionale in rapporto alle sue dimensioni compatte e la percezione di spazio a bordo era ulteriormente amplificata grazie all’integrazione del volume del bagagliaio. Un motore a quattro cilindri con ridottissime vibrazioni (grazie all’architettura boxer a cilindri contrapposti), raffreddato ad aria ma silenzioso e brillante nelle prestazioni la cui cilindrata crescerà negli anni sino a 1300 cc e che spingerà la GS (e la successiva GSA) oltre i 150 km/h di velocità massima. Tutto questo era Citroën GS e rappresentava la base di partenza da cui sviluppare un nuovo progetto di design.

L’eccellenza del design italiano in una vettura che stupì l’Europa
La Citroën GS rappresentava il meglio della tecnologia e dello stile del Double Chevron. Tuttavia, la sfida lanciata a Nuccio Bertone e al suo team era ambiziosa: trasformare la tranquilla GS in una berlinetta sportiva a due posti, capace di mostrare al mondo l’eccellenza del design italiano.
Il progetto della GS Camargue fu affidato a Marcello Gandini, che iniziò a lavorare sul modello alla fine del 1970. Il nome “Camargue” fu scelto in omaggio alla regione francese famosa per le sue saline e i cavalli bianchi, un richiamo all’ambiente in cui la Citroën GS fu presentata alla stampa nel 1970.
La GS Camargue, un prototipo funzionante, fece il suo debutto nei due più importanti Saloni dell’auto d’Europa: Parigi e Londra, nel 1972. Il successo fu unanime e Citroën considerò persino l’idea di produrre in serie una coupé derivata dalla GS. Tuttavia, il successo della berlina era tale (con quasi 2.500.000 esemplari prodotti) da scoraggiare modifiche significative alla sua linea.

Una collaborazione che scrisse capitoli importanti nella storia di Citroën
Il frutto di questa collaborazione non si esaurì con la GS Camargue. Nel 1978 Citroën contattò Bertone, invitandolo a presentare una sua proposta per un’erede della GS, in quel momento al culmine del suo successo, ma che Citroën intendeva sostituire da lì a quattro/sei anni. La progettazione fu affidata nuovamente a Marcello Gandini, che facendo tesoro di quanto appreso sulla GS riguardo la tecnologia costruttiva e lo stile Citroën, propose una riedizione del prototipo “Tundra” di Bertone, anch’esso una coupé, con l’aggiunta di altre due porte ed un portellone. Nasceva così il progetto XB che, nel 1982, avrebbe portato all’erede della GS: la BX, prima Citroën di serie il cui design non è nato al Centro Stile interno. La collaborazione tra Citroën e Bertone proseguì proficuamente negli anni, anche in sinergia col Centro Stile di Velizy, portando alla creazione di XM, ZX, Berlingo e Xantia. Oltre al prototipo Zabrus su base BX 4TC, sorta di erede spirituale della Camargue.

Da Bertoni a Bertone, settant’anni di stile italiano
Oggi, la GS Camargue fa parte della collezione storica Bertone ed è stata esposta da Citroën al Salone Rétromobile di Parigi, in occasione del centenario della Marca. Attualmente, è visibile all’aeroporto di Milano Malpensa, presso il museo dei trasporti Volandia, accanto alla collezione dedicata a un altro grande designer italiano che ha influenzato lo stile Citroën: Flaminio Bertoni, padre della Traction Avant, 2CV, DS e AMI6. Un viaggio attraverso settant’anni di stile italiano in Citroën, da Bertoni a Bertone.