9 Aprile 2025

Peugeot 402 Andreau: la prima vera berlina di lusso aerodinamica


Peugeot 402 Andreau: decisamente insolito, negli anni 30, chiamare un’auto col nome del suo progettista e questo probabilmente dà la misura di quanto fondamentale sia stato il contributo dell’Ing. Jean Andreau allo sviluppo del prodotto Peugeot e, più in generale, al modo di intendere l’automobile stradale.

Un ingegnere visionario
Nel periodo a cavallo delle due guerre mondiali, Jean Andreau è un ingegnere delle Arts & Métiers famoso come studioso di aerodinamica che, tra gli altri, ha già lavorato con Bugatti. L’incarico conferitogli da Peugeot per realizzare la vettura studio 402 n4x è un’opportunità unica per trasferire su un mezzo terrestre tutta la sua esperienza in campo aeronautico, realizzando un design sorprendente. Design, non semplice stile quindi, ma un’estetica contraddistinta da una componente funzionale essenziale. All’epoca lo studio e lo sviluppo dell’aerodinamica sono prerogative esclusive dell’aeronautica, ma l’intuizione di Andreau è di allargarne l’applicazione ai comuni mezzi di trasporto stradali quale è la Peugeot 402, una berlina da famiglia nata per contrastare la Citroën Traction Avant, dimostrando così gli indubbi benefici su prestazioni e consumi dati dallo studio dei flussi d’aria. Lo farà realizzando un affascinante profilo a goccia, che renderà l’aspetto della bella Peugeot 402 ancor più ardito ed estremo.

Peugeot 402, la base perfetta
Già, perché la Peugeot 402 non è un’automobile tradizionale. Sfoggia al contrario un’estetica che già di suo è rivoluzionaria per gli anni 30 dato che, seppur in maniera prudente, strizza l’occhio all’aerodinamica e alle tendenze esteuropee e americane dello Streamline. Autore dello stile della carrozzeria è Henri Thomas, progettista navigato con la passione per le forme che, in maniera misurata ed elegante, suggeriscono la fluidità dello scorrere dell’aria attorno ai volumi. Dopo aver impostato le curve morbide della gamma 01 del 1932, pur preservando un’identità di marca ben chiara, con la Peugeot serie 02 Thomas si spinge oltre, allungando le linee, smussando gli angoli, disegnando cofani e parafanghi più affilati e avvolgenti, inclinando parabrezza e calandra, con quest’ultima che cela e incorpora la fanaleria anteriore, rendendo il frontale della Peugeot 402 talmente originale e pulito che su di esso Andreau non avrà quasi bisogno di intervenire. Lunga e affusolata, soprattutto nell’imponente versione lunga a sei luci, con le sue forme levigate e i parafanghi integrati, la Peugeot 402 è già nella versione di serie una delle automobili più aerodinamiche del suo tempo. Un tema ripreso nella comunicazione ufficiale con lo slogan “dal vento della velocità è nata la linea Peugeot, la linea aerodinamica”.

Insomma, lo stile della 402 di Henri Thomas è già unico e distintivo nel panorama automobilistico dell’epoca. Che bisogno c’era quindi di spingersi oltre con la 402 Andreau?

Obbiettivo efficienza
Quando Peugeot ingaggia Andreau nel 1934, gli obbiettivi sono essenzialmente pratici: migliorare la velocità massima della 402, abbassandone allo stesso tempo il consumo di benzina senza penalizzare spazio e confort per i passeggeri. Sulla futura 402 n4x Andreau sperimenta la forma a goccia applicandola su un’auto di grande serie e, per di più, salvandone parte della carrozzeria. E se alcuni elementi del prototipo, disegnato in collaborazione con lo stilista Georges Paulin e carrozzato da Pourtout, possono risultare forse eccessivi, come i parafanghi bombati o la vistosa pinna stabilizzatrice posteriore, altri diventeranno un riferimento comune nella produzione dei decenni successivi: il parabrezza panoramico, i vetri laterali senza montanti, le fiancate rastremate, le cerniere delle porte incassate, i parafanghi carenati, i copriruota integrali. Impressionante se si pensa che siamo nel 1936 e che, nonostante il design rivoluzionato, la vettura sia ancora perfettamente riconoscibile come una Peugeot 402.

Ma andiamo ai fatti: Peugeot non aveva chiesto ad Andreau di realizzare uno stile spettacolare; voleva invece dei risultati molto concreti, ovvero più velocità e meno consumi. Com’è andata? Andreau risponde con pochi numeri, estremamente chiari: il coefficiente di penetrazione nell’aria, il famoso CX, viene ricalcolato in 0,34 contro lo 0,68 di una 402 di serie; un valore dimezzato e semplicemente incredibile per l’epoca, degno di una vettura di oggi. Grazie alla resistenza all’aria enormemente inferiore, a parità di motorizzazione (un normale 4 cilindri 2 litri da 70 CV) la vettura tocca i 140 km/h, mentre il modello di normale produzione si ferma a 115 km/h, e il tutto con un consumo di benzina ridotto del 30%.

Una visione ancora attuale
Si è trattato solo di una fortunata intuizione? Sicuramente no: un aneddoto racconta che Andreau fosse talmente sicuro delle soluzioni adottate, da proporre a Peugeot di essere pagato in proporzione ai chilometri di velocità extra guadagnati dal suo prototipo.

Episodi di colore a parte, il valore della Peugeot 402 Andreau non sta solo nelle sue importanti qualità progettuali e dinamiche, quanto nella svolta che imprime al modo in cui all’epoca ci si approccia e si considera la progettazione di una berlina da famiglia. L’aerodinamica non resta più relegata all’aviazione o alla costruzione di automobili da corsa, ma diventa un elemento essenziale nell’ideazione delle berline di fascia alta e, più in generale, di qualsiasi mezzo di locomozione relativamente veloce. Una visione incredibilmente moderna e ancora oggi estremamente attuale.

Che fine ha fatto la Peugeot 402 n4x Andreau? Il prototipo, battezzato all’epoca “Anno 1940” viene presentato al salone dell’auto di Parigi nell’ottobre del 1936, accanto a una 402 di serie; prende tale nome perché è una sorta di manifesto della visione di Peugeot per l’automobilismo del decennio successivo che, come sappiamo, inizierà invece con ben più drammatici presupposti. All’epoca se ne costruiscono 5 esemplari, di cui uno solo sopravvive alla seconda guerra mondiale, e può essere ammirato al museo Peugeot a Sochaux.