La magia della “Saturday Light Fever”, la tradizionale sfilata del sabato sera, ha chiuso una giornata da ricordare alla 36ª Biker Fest International. Migliaia di moto hanno sfilato nella luce calda del tramonto per le strade e i lungomare di Lignano Sabbiadoro offrendo un’esperienza eccezionale ai motociclisti e una parata spettacolare ai turisti del fine settimana nella località balneare. È, tradizionalmente, il picco dell’esperienza che solo un evento come il BFI può offrire agli appassionati.
Già dalla mattinata di sabato, il grande parcheggio del villaggio offriva un colpo d’occhio spettacolare. Migliaia di moto componevano un mosaico scintillante di cromo e colori brillanti, con il rumore dei bicilindrici a comporre la colonna sonora di un evento che sta registrando il tutto esaurito. Il panorama è stato completato dall’arrivo delle prime auto americane. Il raduno curato da Old School Garage (che sfoggia un poker di hot e street rod all’interno del villaggio) e da Cruisin’ Mag porterà quasi 500 american cars dall’Italia e da tutta Europa. Dalla Chevrolet Impala alla Camaro, dalle Ford Mustang e F100 ai pick-up Dodge Ram, tutti i marchi e le epoche dell’auto Made in Usa conquistano lo stupore del pubblico. La premiazione delle auto migliori sarà domenica pomeriggio.
“Che bello! Non mi aspettavo così tanta gente”, ha esclamato il dj e musicista Andrea Rock di Virgin Radio al suo arrivo al villaggio. “Per me la Biker Fest è una novità, anche se sono dieci anni che scrivo di tatuaggi e musica su Kustom World nella mia rubrica Rock Tattoo. Mi piacerebbe portare la mia musica live anche qui, con il mio progetto solista e quello del gruppo punkrock Andead”. Andrea Rock è legato a Lignano dal ricordo di uno dei suoi concerti più belli aprendo per i Sum 41, nel 2018. La scaletta del sabato sera della Biker Fest? “Andrò oltre i pezzi più scontati, quindi niente “Born To Be Wild”, ma i grandi classici del punkrock e rock’n’roll. Voglio restituire al pubblico il divertimento che provo, soprattutto dopo questi due anni”, ha aggiunto prima di partire con il suo dj set.
Grande folla sotto il palco centrale per l’atteso Pin-up contest. Ogni concorrente è stata giudicata per il look, l’interpretazione, l’originalità e la simpatia espressa dal suo personaggio nel tipico look Fifties. Al termine la giuria ha decretato vincitrice Virgin Gin, con il podio ideale completato rispettivamente da Mary Lightblue e Lady Ellis Foxpaw, tutte fotografatissime e applaudite dai biker. Il premio speciale per la simpatia è andato a Donna Malena.
L’ora dell’aperitivo di venerdì è coincisa con quella dei motoviaggiatori, che la Biker Fest ha riunito nel vialetto delle “Moto senza frontiere”. Cos’hanno in comune i vespisti Mario e Sandra, Maurizio De Biasio, Fabio Cofferati, Sergio “Jejo” Freschi e la sua moto Guzzi T5, Sandra Luzzani, Sonia e Matteo; e Alice Zanini e Mirco Targon, che hanno raggiunto Capo Nord sul Ciao? Il piacere di condividere il racconto dei loro viaggi con gli altri motociclisti. A Lignano hanno potuto farlo esponendo le #moto protagoniste dei loro vagabondaggi per il mondo e i libri in cui hanno pubblicato le proprie memorie di viaggio. E raccontarlo direttamente ai motociclisti dal palco centrale del villaggio. A pochi metri dalla sua Vespa che ha percorso qualcosa come 335.000 km, Mario ha saputo cogliere il punto: “Noi qui siamo tutti viaggiatori, persone che spostandosi in moto cercano la crescita e l’arricchimento culturale personale”.
Accanto a “Moto Senza Frontiere”, un angolo dedicato al cinema e alla cultura delle due ruote con il ritorno della Rodaggio Film. Nel 2018, proprio alla Biker Fest la casa di distribuzione indipendente bolognese aveva tenuto a battesimo il film-culto “Pozzis Samarcanda”, realizzato dal regista Stefano Giacomuzzi sul viaggio della vita intrapreso dal leggendario biker friulano Cocco. La BFI ha portato fortuna al lungometraggio. Quest’anno la Rodaggio ha presentato le novità editoriali “Road Map”, il leggendario giro del mondo di Manetti e Tartarini su Ducati; e l’edizione italiana di “Sola in moto”, il fondamentale racconto di un’altra circumnavigazione del globo su due ruote, compiuta dall’inquieta scrittrice inglese Elspeth Beard negli anni 70.
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